L'anello del Ragozzale

L’escursione qui proposta si sviluppa solo in minima parte nel territorio del Parco Valgrande, costituito il 2 marzo 1992 e considerato l’area selvaggia più grande d’Italia. Tuttavia, anche nei tratti esterni ai confini istituzionali, l’itinerario percorre una grande varietà di ambienti tipicamente valgrandini e consente di entrare nel Parco attraverso la sua porta più famosa: la scala del Ragozzale. Per la varietà dei paesaggi, la panoramicità e gli interessanti rilievi antropologici, si tratta di uno dei percorsi più belli della zona. Lungo circa 20 km, richiede un buono stato di allenamento per essere gustato adeguatamente.

DOVE

Ritrovo davanti al Comune di Trontano (coordinate geografiche: 46.1224 N, 8.3341 E) e salita con la propria auto fino alla località Faiedo, denominata anche Faedo o Faievo (990 m). La presenza di tratti sterrati rende questo tratto poco consigliabile a vetture con il fondo troppo basso.

PERCORSO

Imboccato il sentiero che sale al Rifugio Parpinasca, lo si lascia dopo nemmeno 30 minuti per seguire l’indicazione verso l’Alpe Drisioni (1226), che dal bivio si raggiunge in un’oretta. Uscendo dal bosco, si può ammirare la parete est del Monte Rosa illuminata dal primo sole mattutino, mentre in basso la vista spazia da Domodossola alle valli Bognanco, Divedro, Antrona, Anzasca e Antigorio-Formazza. Pian piano emergono anche varie cime di quattromila metri della Val di Saas e, giù in basso, il fondovalle attorno a Beura Cardezza e Villadossola. La successiva salita all’Alpe Nava (1727 m) non richiede  più di 45 minuti, mentre il paesaggio si fa via via più aspro e valgrandino, soprattutto quando si entra nel fornale dell’Alpe Rina (1720 m), raggiungibile in un’altra oretta, dove nel 2006 gli Alpini di Trontano e Cosasca hanno ristrutturato una baita a costituire un bivacco d’appoggio. Dopo un attraversamento in costa, il sentiero si inoltra nel grande anfiteatro delimitato dalle cime del Testa di Menta e del Tignolino, raggiungendo in tre quarti d’ora l’ampia Alpe Menta (1760 m), dove alcune grosse stalle, utilizzate fino al 1977, si accompagnano a un’interessante casera tipica della zona. Sono infatti ancora ben visibili sia i ripiani in cui venivano messe a stagionare le forme di grasso d’alpe, sia la grande pioda scanalata (spresôria) che favoriva lo spurgo di tale formaggio. La realizzazione di simili manufatti in pietra era favorita dalla particolare scistosità dello gneiss locale, che “spioda” facilmente in lastre sottili. Lasciata Menta, in mezz’oretta si sale alla scala del Ragozzale, un’opera davvero impressionante, risalente al XVIII secolo, con la quale gli alpigiani avevano reso percorribile ai bovini un passaggio altrimenti riservato a provetti alpinisti, trovandosi su una placconata inclinata di circa 45 gradi. Appoggiato a questa è stato eretto un muraglione alto alcuni metri, provvisto di solidi gradini rettangolari. Nella parte alta, poi, gli ultimi scalini che permettono l’accesso al Passo del Ragozzale (1930 m) sono stati scavati direttamente nella roccia. Attorno all’intaglio dello stretto valico si trovano incise vecchie iscrizioni e simboli cruciformi. Entrati così nel territorio del Parco, in pochi minuti si scende all’Alpe Ragozzale (1906 m), un alpeggio tra i più alti della Valgrande, utilizzato fino al 1953 e dove nel 1999 l’Ente di gestione ha allestito un bivacco in una baita. Davanti a sé si può ammirare il suggestivo succedersi di coste, valli e dorsali, con lo sfondo del Lago Maggiore e, più in là, dei laghi di Varese, Monate e Comabbio. Percorrendo un sentiero a mezza costa, in 45′ si giunge al bivio per l’Alpe Mottac, dove si svolta invece a sinistra per arrivare, dopo un’altra oretta, al Passo di Basagrana (2067 m). Chi sente di avere energie e non ha problemi ad affrontare facili passaggi di roccia (a volte un po’ esposti, ma mai superiori al I grado e comunque aggirabili), può raggiungere il Passo attraverso un percorso in cresta, per lo più erbosa, che passa attraverso le panoramiche cime del Testa di Menta (2204) e del Tignolino (2246 m). Dal Passo, in meno di un’ora si raggiunge la Costa dei Bagnoli (1742 m), poi segue un tratto di discesa più ripido che in circa 40′ porta all’Alpe Campo (1431 m). Il ritorno al punto in cui si era lasciata l’auto richiede un’altra ora, a metà della quale si passa dall’estesa Alpe Parpinasca (1172 m), dove è presente un grande rifugio privato, aperto nella stagione estiva.

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